U.O. 4.14
CNR-IRPI - Sezione di Bari
ATTIVITÀ
DI RICERCA
COMPORTAMENTI IDROGEOLOGICI E
PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE DAL DEGRADO QUALITATIVO E
QUANTITATIVO. INDIVIDUAZIONE DI RISORSE ALTERNATIVE (*)
Dal 2001 al 2002 si è manifestata in Italia meridionale una grave e dannosa siccità, che è stata causata da una piovosità nel biennio pari al minimo assoluto, in oltre 80 anni per cui sono disponibili dati. Tra gli effetti derivanti da tale crisi, non si sono osservati solo ingenti danni alle attività economiche e disagi alle popolazioni, per la scarsa disponibilità di risorse idriche da distribuire con le reti idrauliche. Si è anche "scoperto" che le RISL (Risorse Idriche Sotterranee Locali, clicca qui per maggiori dettagli) possono svolgere una importante funzione di volano e compenso in occasione di crisi nell’approvvigionamento, sia per un calo delle precipitazioni, come nel caso preso ad esempio, ma anche, ovviamente, a seguito di fenomeni di contaminazione.
La studio preventivo delle possibilità esistenti di ricorso a risorse idriche sotterranee, alternative a quelle attualmente in uso, compromesse per l’inquinamento o per l’eccessivo sfruttamento, o di integrazione per le altre risorse, costituisce quindi un’attività di importanza strategica in aree, quali quelle meridionali, intrinsecamente esposte ai rischi derivanti dalla penuria idrica.
L’esperienza internazionale nella gestione delle risorse idriche mostra che non è proficuo gestire tali risorse per parti indipendenti giacché le acque sotterranee sono indissolubilmente legate a quelle di superficie, oltre che a quelle del mare e dell’atmosfera, nel complesso di relazioni noto come ciclo idrologico. La qualità delle acque varia nello spazio, siano esse superficiali o sotterranee, nel tempo, spesso in funzione del modo con cui esse sono captate. Ciò avviene in particolare per gli acquiferi costieri, esposti a contaminazione per intrusione di acque marine. Tale processo può avvenire semplicemente perché gli emungimenti incontrollati eccedono la ricarica ma anche in funzione della geometria dell’opera di captazione, generalmente mai progettata da esperti, o per l’eccessiva portata estratta in modo concentrato.
Tutto ciò premesso, l’attività di ricerca in corso persegue un approccio alle RISL in termini di bilancio delle risorse idriche, integrate in un’ottica di gestione razionale, considerando le loro quantità e qualità, in funzione dei diversi usi, anche quando si debba operare in situazioni di emergenza. L’Unità Operativa ha svolto numerose esperienze in questo campo, operando diffusamente in Italia meridionale.
Il progetto prevede una successione di fasi che permetta la messa a punto di una tipologia di sistema informativo georeferenziato in cui si possano agevolmente considerare le caratteristiche essenziali per l’utilizzo razionale delle RISL alternative in condizioni di emergenza. Si è previsto quindi, per ogni tipologia di dato, un’attività di messa in coerenza, in funzione dei criteri di raccolta e rappresentazione dei dati stessi in banche dati e sistemi informativi territoriali (GIS).
Si raccoglieranno quindi le conoscenze idrogeologiche in merito: alle caratteristiche essenziali che descrivono il moto delle acque sotterranee (limiti, campo di moto, connessioni con le acque di superficie); ai soggetti a rischio, quali le opere di captazione nonché alle attività connesse con la prevenzione o riduzione degli effetti dei fenomeni di inquinamento.
Si forniranno inoltre indicazioni in merito: all’individuazione di RISL strategiche, scarsamente soggette a rischio di inquinamento, alle iniziative da attuarsi per i ridurre i rischi di degrado qualitativo nonché all’identificazione delle priorità nelle operazioni di disinquinamento degli acquiferi vulnerati. Per ciascuna area soggetta a studio si provvederà a dare indicazioni quantitative in merito al bilancio idrologico e all’eventuale trend nella disponibilità delle RISL.
Le conoscenze acquisite saranno progressivamente rese disponibili in modo da permetterne l’inserimento in Data Base relazionali e in GIS.
Su tali basi conoscitive si imposterà uno studio di fattibilità finalizzato ad indicare le tecnologie più opportune per lo sfruttamento delle risorse alternative per l’emergenza in aree campione, considerate anche le possibilità di utilizzo delle reti di adduzione esistenti. In mancanza dei requisiti qualitativi o in presenza di un accentuato degrado qualitativo, lo studio di fattibilità sarà rivolto alla definizione di tecniche di recupero delle risorse compromesse.
Si opererà in aree
campione della Puglia, con riferimento alle principali
unità idrogeologiche carbonatiche, e con riferimento alle piane
costiere
alluvionali o ad acquiferi appenninici della Basilicata e Calabria,
dove sono
stati avviati studi su siti
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